mercoledì 30 novembre 2016

Step 19

Anatomia del colore

<Corrono veloci sotto i miei piedi le colline verdi, corre con me il tempo e si fa sera. Inizio a rallentare e ad osservare, attorno a me vi è un tappeto senza fine di erba umida che non mi proteggerà dalla notte e dal buio. Cammino e scruto l'orizzonte indefinito di gobbe di questa terra che mi ha accolto per caso nel mio viaggio alla scoperta del mondo. Ecco un profilo nuovo, alte figure nere si stagliano sul cielo livido. Alberi. Giro ad est per raggiungerli, formano un piccolo boschetto stretto e accogliente in cui mi addentro. Scelgo come rifugio la quercia più grande che abbia mai visto, le sue radici spesse che si diramano in tutte le direzioni saranno il mio ricovero.
Ma fa freddo, ho i brividi, queste vesti non sono un granché, sono così leggere.
-Eee-eeehi-. Chi è che parla? Sento una voce tremula e un'ombra chiara che si avvicina.
- Che cosa ci fai qua fuori? E la tua pelliccia dove l'hai lasciata?- Mi domanda questa strana nuvola che cammina. 
-Io non ho pelliccia, mai avuta, non so nemmeno cosa sia.- rispondo.
-E come ti proteggi dal freddo?- mi chiede scrutandomi.
-Con queste vesti di lino.-
Si avvicina questa strana visione: metà nuvola e metà animale con quegli zoccoli che la sorreggono.
Ride, una grossa e lunga risata tremula.
-Ma che cosa vuoi farci con il tuo lino qua al nord, forestiero?- 
Come tutti noi,uomini passionali e vivi del sud, mi innervosisco subito. Il lino che coltiviamo nella nostra terra natia ci ha sempre protetto, e questa creatura ci deride.
-E allora di grazia, mi dica, che cosa mi proteggerà in questa landa verde?- chiedo a gran voce.
-Beeeee, vedi i miei ricci e soffici capelli? Dai su toccali. Non senti come sono caldi e confortevoli. Ecco questi ti servono.- mi risponde altezzosamente.
Non avevo mai sentito nulla di simile, avidamente ne ho strappato una ciocca.
-Ahi, che fai? Non strapparmi i capelli, piuttosto pettinali se ci tieni tanto ad averne.-
Allora raccolgo da terra un ramo spezzato e frastagliato, e inizio a passarlo sulla nuvola raccogliendo quanti più capelli potessi.
-Ma come ti chiami soffice nube?-
-Io sono Beeeeeige, la più bella pecora che potrai trovare, non troverai mai più capelli di questo colore, del colore della terra d'Irlanda.- E così come era comparsa, sparì, la nuvola bianca dalle sfumature del marrone.
Avevo tra le mani una massa informe, come proteggermi con quello? Allora, grazie al mio ingegno ho iniziato a strofinarne dei batuffoli tra le mani come facciamo con le nostre piante. Poi ho deciso di intrecciare questa specie di lunga liana e ho creato questa magliona spessa. Nemmeno il fuoco è così caldo!>
<Ma allora dicci, che cosa è che indossi, qua non esiste nulla di simile, dicci il nome di ciò che hai scoperto!> chiesero in coro gli uomini posando il boccale di vino sui tavoli della taverna del porto al calare del caldo sole arabo.
<Compaesani miei, glielo darò io il nome a questa fibra di questo colore così particolare. La chiamerò Beige.>

Sarà stato così, che i capelli della pecora, la lana, hanno dato corpo al beige?


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